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I monasteri siciliani sono stati per secoli la culla di alcune delle più celebri specialità culinarie italiane, grazie alla loro organizzazione e alla cura nella gestione degli ingredienti. La divisione dei compiti e lo studio metodico delle tecniche di conservazione hanno permesso la creazione di delizie uniche. Non possiamo dimenticare i formaggi, come il grana e la mozzarella, e i profumatissimi liquori, ma è soprattutto nei dolci che si manifesta il vero spirito di queste tradizioni.
Durante le festività religiose, era consuetudine preparare dolci celebrativi da condividere nel refettorio, e il “comune denominatore” di molti di questi dolci è la mandorla. Infatti, la tradizionale pasta di mandorle, i quaresimali e il torrone sono solo alcune delle delizie nate nelle cucine dei monasteri siciliani.
Grazie alla dominazione greca, nel VIII secolo a.C., l’albero di mandorlo sbarcò in Sicilia, dove iniziò a essere coltivato nelle colonie greche per le sue proprietà benefiche. Con l’influenza araba a partire dal Medioevo, le mandorle divennero le protagoniste indiscusse delle ricette dolciarie siciliane.
In particolare la frutta martorana ha origini nella Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, conosciuta come Chiesa Martorana, a Palermo. Qui, le suore mischiavano zucchero a velo, farina di mandorle e miele in parti uguali, ottenendo svariate forme di frutta da vendere durante la commemorazione dei defunti.
I Quaresimali: biscotti croccanti preparati con pochissimi ingredienti (farina, zucchero e mandorle) poiché uova, latte e grassi animali erano vietati durante la Quaresima.
Il Torrone di Mandorle: preparato semplicemente con mandorle tostate e zucchero caramellato.
Le Paste di Mandorla: tipici biscotti, di solito a forma di rosette, a base di mandorle, zucchero e albume d’uovo, aromatizzati con essenze di arancia o limone.
Un sottoprodotto delle mandorle è il latte di mandorla, molto dissetante e versatile in cucina. Anche in questo caso, il merito sembra spettare ai monaci, che ne sperimentarono l’uso nei dolci, come ad esempio nel Biancomangiare, una crema servita fredda, spesso su una base di biscotti tritati.