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La Festa dei Morti – Dolci tipici Siciliani

Anche la festa di Ognissanti, 31 Ottobre, 1 e 2 Novembre, è accompagnata dall’antica tradizione Siciliana, che mette in primo piano la cultura del buon cibo e delle ricette del passato. Chiaramente la fede cristiana e la fiera dei “Morti” che si svolgeva durante questi giorni, nelle piazze cittadine, coinvolgeva le famiglie, soprattutto i più piccoli che ricevevano oggetti, giochi e dolciumi, “regalati” dai morti di famiglia. In cambio, l’antropologia siciliana, sottolinea questo legame, con l’offerta delle preghiere e dei fiori in visita al cimitero da parte del vivente.

Ma quali sono i dolci della “Festa dei Morti”?

La Frutta Martorana

Paste di Mandorle, di pura materia prima siciliana, impastata con miele, zucchero e aromi naturali, lavorati a forma di frutta e verdura, che troviamo nei banchi dei mercati siciliani. Viene chiamata “Martorana”, perchè secondo la tradizione, la ricetta venne creata dalle monache dell’omonimo monastero di Palermo, e poi diffusa in tutta l’isola. La perfezione con cui questi dolci sono modellati e i colori accesi e vivaci, attraggono i nostri occhi fino al boccone.

Ossa dei Morti

I Mustazzoli, o Ossa dei morti, sono dei biscotti di farina e zucchero, aromatizzati con anice, cannella e fiori di garofano, che ricordano le ossa dei morti. Molto duri e zuccherini, si presentano con un colore bianco gessato.

Tetù

Detti anche “Totò e Catalano” visto la differenza dei colori, Totò: il bianco siciliano, Catalano: il moro, turco; sempre a sottolineare l’unione tra i due popoli. Il nome assume anche “Teiu” e “Tetu”, cioè Tieni io e Tieni tu, quindi uno per me e uno per te; sottolineando che questi biscotti sono uno tira l’altro. L’impasto è composto da farina, albumi, zucchero, bicarbonato, e poi assaporato con anice, succo di limone, cacao, e ricoperti dopo la cottura dalla glassa bianca.

Pupi di Zucchero

Statuette vuote all’interno, fatte di zucchero soffiato e modellato grazie agli stampi, ripropongono le figure dei paladini, con colori vivaci e dettagli scolpiti nello zucchero. Un’antica ricetta, secondo la tradizione si era diffusa durante il 1500, con Enrico III. Oggi è sicuramente un regalo che i nonni fanno ai propri nipoti durante questa festa.